IL PROFESSIONISTA DEL BETTING

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mercoledì 7 novembre 2012

FOCUS SUI LAKERS

Lakers, altro esame
C'è vita senza Nash?

NEW YORK, 7 novembre 2012

Lo stop del play canadese è più lungo del previsto. Ora si capirà se la panchina ha la profondità sufficiente per compensare la lunga assenza del regista



Gazzetta TV
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A causa di una piccola frattura alla gamba sinistra di Steve Nash, saremo costretti ad ammirare ancora per qualche tempo il suo vivace guardaroba. Dopo che i Los Angeles Lakers hanno reso noto che non ci sarà nessuna fretta per il rientro di Nash (e di conseguenza le previsioni iniziali che parlavano di un’assenza di una settimana risultano alquanto approssimative), nelle prossime partite dovremo abituarci alla presenza in campo di Steve Blake e Darius Morris. Saranno due riserve a doversi dividere gran parte del minutaggio nel ruolo di playmaker, e questo sarà un ulteriore banco di prova per la profondità del roster dei Lakers, al momento oggetto di discussione. Per una squadra come i Lakers che non ha bisogno di ulteriori ostacoli in questo inizio di stagione, questo contrattempo potrebbe essere un buon metro per giudicare se l'ossatura è quella giusta per competere per il titolo. Un conto è sopravvivere alla preseason con Dwight Howard (in fase di recupero dopo l’intervento chirurgico alla schiena) e Kobe Bryant (alle prese con un dolore al piede destro) non in perfette condizioni fisiche: ma i Lakers non erano sicuramente preparati a un infortunio come quello che costringerà la squadra a fare a meno di Nash per un lungo periodo.
lungo stop — Durante il programma televisivo The Beat, su Nba Tv, il giornalista Mike Bresnahan del Los Angeles Times ha spiegato che Nash potrebbe restare ai box per un mese. Un mese! "Ovviamente la speranza è che Nash possa tornare a giocare prima possibile – ha dichiarato il coach dei Lakers, Mike Brown, prima del match di tre giorni fa in cui Los Angeles ha travolto i Detroit Pistons -. Ma sicuramente nessuno ha intenzione di compromettere le sue condizioni fisiche sul lungo periodo per forzarlo a rientrare prima del previsto. Per questo saranno il nostro preparatore Gary Vitti e gli altri membri dello staff a gestire la situazione: noi dobbiamo solo aspettare e continuare a giocare". Eravamo consci del fatto che ai Lakers sarebbe servito del tempo prima di trovare la quadratura del cerchio: ma sicuramente la squadra non aveva bisogno di una sfida come quella di dover fare a meno di Nash per le prossime quattro settimane, proprio nel momento in cui sta cercando di perfezionare l’attacco Princeton (apparentemente senza il consenso di qualcuno che conosce bene tutti i dipendenti dei Lakers).
Mike Brown, coach dei Lakers dal 2011. Reuters
Mike Brown, coach dei Lakers dal 2011. Reuters
panchina — Mentre Blake e Morris cercheranno di fare il massimo per sostituire Nash, i Lakers dovranno anche risolvere gli altri problemi, sempre legati alla panchina, che hanno afflitto la squadra nelle fasi iniziali di questa stagione. I due giocatori che i Lakers avevano preso per trasformare la panchina da punto debole a punto di forza non hanno ancora rispettato le consegne: l’avvio di stagione di Antawn Jamison e Jodie Meeks è stato discontinuo, con il risultato di mettere ancora più pressione sulle spalle dei titolari. Come spiega il giornalista Mark Medina del Los Angeles Times, le due nuove principali riserve dei Lakers non stanno rendendo secondo i piani e stanno faticando ad avere un impatto in questo inizio di stagione. Si pensava che Jamison e Meeks potessero rinforzare una panchina che lo scorso anno era stata la peggiore nella Nba per punti segnati: forse il miglior riflesso delle loro prestazioni sta nel fatto che al momento i Lakers sono la ventinovesima squadra nella lega, davanti solo a Portland, per punti segnati dalla panchina (18.8 di media a partita).
jamison — Ci sono stati sicuramente dei progressi, ma non quelli che i Lakers avevano previsto: le riserve avversarie hanno segnato il doppio dei punti (148-75) di quelle di Los Angeles. Jamison ha una media di 4.3 punti e 4.3 rimbalzi in 16.8 minuti di gioco a partita ed è molto distante dalle sue medie in carriera di 19.5 punti e 7.8 rimbalzi a partita: non ci si aspettava che il veterano, alla sua quindicesima stagione nella Nba, segnasse come all’inizio della sua carriera, quando era un pilastro del quintetto base, ma i Lakers vorrebbero che la sua media punti si avvicinasse quantomeno alla doppia cifra. "Mi hanno detto che devo essere più aggressivo – ha spiegato Jamison dopo aver segnato 6 punti nella vittoria per 108-79 dei Lakers contro i Detroit Pistons -, ma devo solo pensare a seguire il flusso dell’attacco". Quindi è stato lo staff tecnico a chiedere a Antawn di essere più energico? "No, sono stati i miei figli e mia mamma – ha risposto Jamison -. I tecnici sanno perfettamente quello che vogliono da me: nelle ultime due partite il coach mi ha spronato ad avvicinarmi di più all’area. Ci vorrà del tempo". Quando l’ufficio marketing dei Lakers stava coniando slogan per la nuova stagione, sicuramente sulla lavagna bianca della sala riunioni non c’era scritto "Ci vorrà del tempo". Ma in questo momento il tempo è l’unico alleato dei Lakers: Nash ha bisogno di tempo per curarsi, le sue riserve hanno bisogno di tempo per adattarsi, le altre riserve hanno bisogno di tempo per crescere. In altre parole, i Lakers hanno bisogno di tutto il tempo possibile

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