IL PROFESSIONISTA DEL BETTING

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giovedì 22 novembre 2012

INTER E LAZIO QUALIFICATE, UDINESE FUORI


L'Udinese saluta l'Europa League
C'è anche Eto'o nel 2-0 dell'Anzhi

MOSCA, 22 novembre 2012

Friulani sconfitti a Mosca ed eliminati: la squadra di Guidolin, quasi mai pericolosa, battuta dall'uno-due firmato da Samba e dall'ex nerazzurro nella ripresa. Espulso Willians nel finale

Il congolese Samba festeggia con Eto'o il gol dell'1-0 Anzhi. Reuters
Il congolese Samba festeggia con Eto'o il gol dell'1-0 Anzhi. Reuters
L'Udinese saluta l'Europa League. Esce dopo una partita decorosa a Mosca con l'Anzhi, che però premia la maggiore qualità complessiva della squadra di Eto'o. Finisce 2-0, coi russi di fatto già promossi alla seconda fase (solo un pari tra Liverpool e Young Boys potrebbe tenerli minimamente in bilico). La peggior versione dell'Udinese degli ultimi anni saluta l'Europa con qualche rimpianto: fare zero punti con lo Young Boys ha deciso in negativo, dopo l'impresa ad Anfield. Tuttavia ora Guidolin potrà concentrarsi sul campionato. La sensazione è che questa squadra, anche se avesse fatto un altro miracolo passando alla seconda fase, non avrebbe potuto fare molta strada. Il deficit di valore rispetto alla scorsa stagione è lampante.
  
IN PARTITA — L'Udinese, con Di Natale dal 1' e il consueto 3-5-1-1 in cui Fabbrini è il valletto di Totò, resta in partita per tutto il primo tempo, concedendo alla squadra di Hiddink solo una grossa occasione, sventata da Brkic su Shatov con l'aiuto del palo. Manca qualità una volta riconquistata palla, problema già visto più volte quest'anno. L'Anzhi è una squadra esperta, ben messa in campo, non molto intensa, che tiene i ritmi piuttosto bassi e cerca gli esterni con Carcela Gonzalez e Zhirkov. Eto'o partecipa parecchio alla manovra, senza essere il giocatore devastante dei tempi blaugrana e nerazzurri.
UNO-DUE TREMENDO — Cambia poco nella ripresa. L'Anzhi, a cui va bene anche un pari, non alza il ritmo. Concede campo ai friulani solo in un paio di occasioni, senza pagare dazio. Gabulov, il portiere, resta sostanzialmente inoperoso. La partita, che pare avviata sullo 0-0, viene sbloccata dal colosso Samba, che di testa su corner salta in testa alla difesa friulana, e viene chiusa 3' dopo da Samuel Eto'o, innescato sul filo del fuorigioco da Lacina Traore. Willians, uno dei pochi acquisti sbagliati negli ultimi anni dai Pozzo, viene espulso con un secondo giallo severo nel finale dopo l'ennesima prova modesta. Finisce in 10 l'Udinese. Cambia poco: friulani fuori con dignità. Ma di miracoli dalle parti di Guidolin ne sono già stati fatti troppi nelle ultime stagioni.

L'Inter dei giovani non regge
Il Rubin dilaga nel finale: 3-0

Milano, 22 novembre 2012

L'undici iniziale è il più giovane di sempre per i nerazzurri: meno di 23 anni di media. Karadeniz segna al 2', nel finale Rondon segna una doppietta. L'Inter che era già qualificata passa ai sedicesimi come seconda nel girone

Kasaev sfugge a Romanò e Jonathan. Epa
Kasaev sfugge a Romanò e Jonathan. Epa
Cosa resterà di questa trasferta in Russia? Non i punti, zero. Non il primo posto nel girone, definitivamente sfumato (all'Inter, in fondo, se ne faranno una ragione). Non una prestazione esaltante o memorabile, tanto più che il passivo diventa pesante nei minuti finali, quando il Rubin trova il 2° e 3° gol. L'Inter dal turnover selvaggio se non altro piazza un record, centrato già al fischio iniziale: la squadra iniziale schierata da Stramaccioni contro il Rubin ha una età media di 22,9 anni. La più bassa di sempre per i nerazzurri in Europa. La linea verde paga pegno subito, poi viene un po' "sporcata" dagli ingressi di Zanetti e Palacio. Donkor, classe 1995, alla fine si guadagna il titolo di più giovane in campo, subentrando per un Ranocchia infortunato: forse, fra qualche anno, ricorderemo questa gara anche come esordio del difensore di cui si dice un gran bene, ma che nel finale pagherà pegno alla fisicità di Rondon.
  
SUBITO E ALLA FINE — La gara finisce 3-0, ma dopo meno di due minuti i russi sono già avanti e l'1-0 regge fino quasi al 90'. Un gol a freddo e tanti saluti: praticamente alla seconda azione della partita Kasaev se ne va sulla sinistra: nonostante lo seguano in tre l'ala crossa, Juan Jesus a centro area non sa di essere solo (e non avere nessuno alle spalle), prova a liberare in angolo ma centra in pieno il palo: la palla torna verso il centro dove Karadeniz la spinge in rete. L'Inter, con sei giocatori su undici nati negli anni 90 tiene discretamente il campo, ma fatica molto a creare occasioni da gol. Coutinho va a sprazzi ed è impreciso, l'unico davvero pericoloso è Palacio, che su una bella "imbucata" di Ranocchia si muove bene sul filo del fuorigioco e colpisce in diagonale, centrando in pieno il palo. Niente pareggio, mentre arriva il raddoppio al 41' della ripresa: stavolta è Rondon a parlare al limite dell'offside. Donkor prova a resistergli, ma il venezuelano è un toro e se ne libera: diagonale preciso all'angolino. Bissato pochi minuti dopo da un piatto da distanza ravvicinata, su cross di Karadeniz, libero sulla destra.
RISULTATO PESANTE — Il risultato diventa così pesante, questa è la peggior sconfitta stagionale dell'Inter a livello statistico, ma forse la meno dolorosa: Stramaccioni paga i tanti titolari lasciati ad Appiano. Jonathan e Silvestre non convincono ancora, Pereira prova a scendere un po' di più sulla sinistra, Livaja è nervoso e dura un tempo, Benassi è il "ragazzo" che regge meglio, l'ingresso di Zanetti pesa meno dell'uscita di Ranocchia (dopo, la difesa balla). I sedicesimi erano già centrati. L'Inter ci arriverà da seconda del girone.

Lazio, 0-0 e qualificazione
Basta il pari col Tottenham

ROMA, 22 novembre 2012

Gruppo J: la squadra di Petkovic gioca un'ottima partita, fallisce tante occasioni con Kozak, ma rimane in testa al girone e passa il turno grazie alla vittoria del Panathinaikos

Una Lazio solida, solo un po' sprecona con Kozak, fa 0-0 col Tottenham e si qualifica in anticipo di un turno grazie alla vittoria del Panathinaikos sul Maribor.
La delusione di Kozak dopo aver fallito un'occasione. Ansa
La delusione di Kozak dopo aver fallito un'occasione. Ansa
LE SCELTE — Stavolta Petkovic si permette di limitare il turnover: c’è da archiviare la pratica Europa League in fretta e il turno di campionato con l’Udinese sarà solo martedì prossimo. Senza gli indisponibili Klose, Konko e Dias, il tecnico biancoceleste si affida al 4-5-1. Biava-Ciani blocco centrale, con Radu a sinistra e Cavanda sulla corsia opposta, a contenere Bale. In mezzo Ledesma, con Gonzalez ed Hernanes, Lulic sulla fascia, mentre Mauri deve fare l'elastico. Unico terminale offensivo Kozak. Villas Boas, reduce da un momentaccio di quattro sconfitte nelle ultime cinque gare, si affida alle accelerazioni di Bale e al tandem in avanti Adebayor-Dempsey. In panca Lennon e Defoe.
Un sorridente Gascoigne saluta lo stadio. Afp
Un sorridente Gascoigne saluta lo stadio. Afp
  
GAZZA — Tra l’assalto ai tifosi inglesi di ieri notte e l’abbraccio al genio di Gascoigne, in tribuna per la sua Lazio e il suo Tottenham, la partita sembra quasi passare in secondo piano. Dopo 17 anni e mille peripezie, Gazza torna all’Olimpico per la sfida tra le due squadre delle quali ha vestito la maglia per 7 anni: dall’88 al ’92 quella degli Spurs, dal 92’ al ’95 quella biancoceleste. In curva uno striscione recita in inglese: "Cuore di leone, testardo, talento puro, uomo vero. Sei ancora il nostro eroe", mentre Gazza abbracciato a Lotito si gode commosso l'affetto laziale.
OCCASIONI KOZAK — Finita la festa per Gascoigne, c’è da fare sul serio. Gli Spurs fanno subito paura ai biancocelesti con un inserimento di Bale che brucia Cavanda e infila in rete. L’arbitro Teixeira ferma l’azione per fuorigioco, ma la posizione è più che dubbia. A parte un altro tiro-cross di Bale che manda in crisi Marchetti, il Tottenham non produce altro. Adebayor, mai servito, non pervenuto. Tosta invece la Lazio, che alterna giocate da fuori e tagli velenosi. Dalla distanza buone le iniziative di Lulic e Ledesma, con Lloris che devia la conclusione del centrale sulla traversa. Altro capitolo per Kozak, volenteroso ma capace di tirare fuori tutto il repertorio che non dovrebbe. Al 27’ il ceco calcia sicuro e Lloris, d’istinto, chiude lo specchio con la punta del piede, al 31’ di testa non inquadra la porta da due passi, infine al 40’ si lancia con foga nello spazio, ma il portiere lo anticipa ancora una volta. Proteste laziali proprio per questo intervento di Lloris, accusato di aver toccato la palla con le mani fuori dall’area di rigore.
MONOLOGO LAZIO — Riparte più propositivo il Tottenham nella ripresa, mentre la Lazio fa più fatica a costruire nel primo quarto d’ora. Quando poi si presenta in avanti, c’è un Kozak decisamente impreciso: al 17’ tra i piedi del ceco c’è una palla da spedire in rete facile facile, ma il suo destro è orribile. Villas Boas, nel frattempo, si ricorda improvvisamente di avere Lennon e Defoe e li butta dentro. La squadra di Petkovic, però, ritrova subito il filo del primo tempo e punta sulle incursioni in profondità, sull’asse Mauri-Kozak. Ederson – al posto di Hernanes, problema a un adduttore – si propone bene, mentre i due Spurs subentrati non si vedono, perciò il tecnico portoghese prova a dare vitalità ai suoi con l’ultimo cambio Dembelé. Petko risponde subito con Candreva e Floccari, per Lulic e Kozak, e anche se variano gli interpreti, i biancocelesti continuano a premere. Al 40’ miracolo di Lloris sul colpo di testa violento di Ciani, al 48’ siluro di Floccari che finisce fuori e alla fine un deludente Tottenham è graziato da una Lazio intensa a cui manca solo il gol.



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